Viene eseguita in ambulatorio, senza digiuno, senza alcun tipo di anestesia o preparazione farmacologia o esami del sangue, né tampone vaginale.
non si applica lo speculum, non si afferra con pinze né si dilata il collo dell’utero. con questi semplici accorgimenti l’esame è spesso indolore o produce al massimo un leggero fastidio.
Viene eseguita in ambulatorio, senza anestesia nè locale nè in sedazione nella stragrande maggioranza dei casi.
la paziente assume la stessa posizione di una visita ginecologica.
l’isteroscopista prende l’isteroscopio che consiste in una sonda rigida sottile, munita di lenti e collegata con una telecamera ad un monitor che permette di visualizzare, attraverso un cavo collegato alla fonte di luce, la cavità uterina ingrandita così come apparirebbe dal vivo. Completano la strumentazione un sistema che eroga il liquido di distensione con due cavi di entrata e di uscita.
si apre il rubinetto del liquido e si appoggia l’isteroscopio al collo dell’utero aspettando che l’orificio uterino esterno si apra.
Il mezzo di distensione produce una leggera e progressiva dilatazione del canale cervicale posto al davanti dell’ottica che permette l’introduzione graduale dello strumento, sempre sotto visione diretta, utilizzando una tecnica ben precisa e codificata che consente, di farsi strada e di penetrare all’interno dell’utero. I principi basilari per eseguire una isteroscopia diagnostica col minimo o nessun disconfort per la paziente sono:
1) usare un’ottica a 30° con visione foroobliqua
2) proseguire senza spingere lo strumento ma aspettando la distensione della porzione di canale cervicale davanti all’ottica
Arrivati all’istmo ci si ferma, si aspetta la sua distensione e si penetra con lo strumento nella cavità uterina.Una volta entrati si osserva attentamente la cavità uterina, l’ingresso delle tube, le pareti dell’utero alla scoperta di eventuali patologie che possono causare i sintomi per i quali alla paziente è stato consigliato l’esame, l’endometrio per valutarne superficie, spessore, colore, vascolarizzazione e se necessario si eseguono biopsie mirate.
Nel corso dell’esame possono poi essere scattate delle foto che vengono poi consegnate alla paziente insieme al referto o eseguire una videoregistrazione.